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venerdì 29 luglio 2011

Zucchero, un soffio caldo nella notte di Cosenza


Ieri sera Zucchero Fornaciari sbarca allo stadio San Vito di Cosenza con il suo “Chocabeck World Tour”. Alle ore nove e trenta lo spettacolo ha inizio. Il palco ha la forma di una vecchia valigia, quelle valige di cartone che rievocano i tempi e il mondo passato. La valigia si apre, quasi fosse un sipario, sul palco, seduto su un trono appare Zucchero, con cappello e gilè. Assieme a lui, altri undici elementi che comprendono anche una sessione fiati, e quella degli archi.

La prima canzone è “Un soffio caldo” scritta assieme al conterraneo, e amico, Francesco Guccini. Il concerto si divide in due parti, nella prima, Zucchero segue la scaletta del suo ultimo album “Chocabeck” suonando gli undici brani che lo compongono. Scelta giustissima, essendo “Chocabeck” un concept (prodotto dallo stesso Zucchero assieme a Don Was e Brendan O’Brien), che racconta storie, profumi, atmosfere di un paesino, quello nel quale Zucchero è nato e cresciuto. È il racconto di un tempo lontano, una ricerca di ciò che si era, un Amarcord di sensazioni passate, un omaggio a chi non c’è più, una ricerca del tempo perduto, della fanciullezza volata via. Il palco a forma di valigia è metafora di tutto ciò, di qualcosa che è contenuto nei ricordi, di una valigia impolverata messa da parte, nelle soffitte della memoria, ma quando la si apre, si sentono le voci che ritornano a vivere, i colori di ciò che fu. Questa prima parte possiede un’atmosfera quasi teatrale, suggestiva, canzoni come “Il suono della domenica”, “Oltre rive” incantano gli spettatori del San Vito. Poi è la volta di un’intima e meravigliosa “Spicinfrin boy” sulla quale, una ragazza del pubblico dai capelli strani, abbraccia suo padre piangendo. In questa prima parte Zucchero dedica un brano a Amy Winehouse. Ma non mancano anche in questa prima parte momenti che scatenano il pubblico, quando Sugar parte con “Vedo Nero”, anche quelli del settore poltronissima balzano in piedi e ballano.

Nella seconda parte, la scaletta diventa un misto dei grandi successi di Zucchero, da “Baila” a “Diamante”, da “Dune Mosse” a “Solo una sana e consapevole libidine…”. I musicisti suonano a ritmo serrato, senza esitare mai. Grande performance del pianista David Sancious(ex pianista di Bruce Springsteen). Durante questa seconda parte, dal cielo sopra Cosenza iniziano a scendere gocce di pioggia, o forse erano solo le lacrime di Dio anche lui emozionato per come Zucchero sa trascinare anime e corpi oltre le sponde della musica? Ma il pubblico del San Vito non si scoraggia, si estraggono ombrelli e k-way, nessuno va via, nessuno bada alla pioggia, si continua a ballare e cantare. Ed è sulle note di “Miserere”, quando sui monitor appare Luciano Pavarotti, che il cielo di Cosenza, magicamente si apre: appaiono le stelle. Alcuni ragazzi notano le stelle in cielo, e ne restano incantati. Zucchero non si sottrae al pubblico, dopo essere sceso dal palco, risale e partono i bis, tra le canzoni che chiudono il concerto, ci sono: “Hey man”, “Un kilo”, “Così celeste”, per chiudere con “Per colpa di chi?”. Il bluesman emiliano ringrazia, è contento dell’accoglienza, del pubblico caloroso e bello. La valigia torna a richiudersi, e il concerto volge al termine. Nello stadio si accendono le luci, la gente, chi sorridente, chi estasiata, chi persa, esce dallo stadio per tornare a casa dopo due ore di buona musica.

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